Mi sono occupata di relazioni tossiche fin dai miei primi anni di attività come psicologa e psicoterapeuta a Roma. Nel corso di numerosi percorsi di sostegno psicologico, ho potuto notare quanto questi legami patologici influiscano sul benessere complessivo di una persona, rendendola vittima di dinamiche che minano l’autostima e la capacità di stare bene con se stessa e con gli altri.

Per comprendere a fondo il tema, è importante guardare ai sintomi che caratterizzano una relazione tossica e capire come una coppia o una famiglia possano scivolare in questa spirale negativa. Solitamente, si parte da grandi aspettative, da slanci di passione o da sincere promesse di amore, per poi ritrovarsi immersi in giochi di controllo e manipolazione che generano senso di colpa e bassa autostima.

Nel mio lavoro di psicoterapeuta, che si svolge in due studi nella zona Tiburtina e in zona Pigneto, ho visto tante persone arrivare con la consapevolezza di vivere un rapporto malsano, ma anche con la difficoltà di capire in che modo liberarsene e tornare a vivere in serenità. Sono convinta che una corretta informazione sui sintomi di una relazione tossica, sulle sue fasi, sui campanelli d’allarme e su come uscirne con l’aiuto di uno psicologo sia fondamentale per prevenire sofferenze più profonde.

 

Quali sono i sintomi di una relazione tossica

Nel momento in cui comprendo che una coppia o un singolo paziente sta affrontando le conseguenze di una relazione tossica, mi accorgo che esistono alcuni segnali ricorrenti. Il primo sintomo che emerge è lo stress emotivo costante. Si tratta di una forma di tensione difficile da definire, ma molto presente nella vita quotidiana. Chi vive un rapporto tossico tende ad avvertire un carico eccessivo di ansia, si sente spesso stanco, demotivato e prova un senso di costante inadeguatezza. Può diventare complicato distinguere la vera realtà da quella distorta instaurata all’interno del rapporto, perché la manipolazione crea confusione e instabilità. Un altro sintomo caratteristico è l’erosione della propria autostima.

Le critiche o gli atteggiamenti svalutanti, subdoli o palesi, si sommano a episodi in cui l’abusante scarica la responsabilità delle difficoltà relazionali sull’altro, facendolo sentire colpevole o inferiore. Fin dai primi incontri di psicoterapia, cerco di aiutare le persone a riconoscere situazioni in cui vengono sistematicamente screditate o giudicate, favorendo la consapevolezza che tali episodi non sono normali contrasti, ma veri e propri segnali di tossicità. Un sintomo spesso riferito durante i colloqui riguarda l’isolamento progressivo: si perde il contatto con amici e familiari, si rinunciano a momenti di svago e si vive in un clima di tensione che porta a ignorare i propri bisogni personali.

 

Quali sono le tre fasi di una relazione tossica

In base alla mia esperienza clinica, mi rendo conto che le relazioni tossiche spesso seguono un copione prevedibile che si sviluppa in tre fasi fondamentali. Penso alla prima fase come a un periodo di idealizzazione. L’incontro iniziale può essere caratterizzato da gesti di grande affetto, parole meravigliose, un reciproco senso di unicità che rende tutto perfetto.

Molte persone che si rivolgono a me riferiscono come, all’inizio, il partner sembrasse quasi un “principe azzurro” o un compagno ideale. Passando alla seconda fase, osservo un graduale processo di svalutazione: il partner abusante inizia a evidenziare difetti e presunte mancanze dell’altro. Subentrano le critiche costanti, il sarcasmo, i segnali di gelosia e gli atteggiamenti di controllo.

Il ricordo dell’idealizzazione iniziale porta la vittima a giustificare, sperando che si possa tornare all’idillio precedente. Infine, si entra nella fase di manipolazione vera e propria, una fase in cui l’altro viene tenuto molto vicino, come in una spirale, e contemporaneamente allontanato con comportamenti offensivi o svalutanti. È in questa terza fase che si registra la maggior parte delle situazioni di vera e propria dipendenza affettiva, perché il partner abusante alterna momenti di apparente dolcezza a episodi di durezza emotiva o persino violenza psicologica.

 

Come si comportano le persone tossiche

Mi capita spesso di rispondere a domande su come individuare l’atteggiamento di una persona tossica e, in generale, come comprendere se ci si trovi di fronte a un manipolatore affettivo. A livello concreto, riscontro che la persona tossica si caratterizza per una marcata incapacità di empatia. Cerca prevalentemente di soddisfare i propri bisogni, al netto delle conseguenze che ciò comporta per il partner. Sembra sempre concentrata su di sé e, quando emergono problemi relazionali, tende a proiettare la colpa sull’altro e a non riconoscere le proprie responsabilità.

Un aspetto che ritengo molto comune è la tendenza ad alterare la realtà attraverso bugie o omissioni. A volte, la persona tossica controlla ogni mossa del partner, imponendo orari, pretendendo spiegazioni dettagliate su ogni spostamento e arrivando a isolare la vittima dal suo nucleo sociale. In modo simile, instaura una dinamica di premiazione e punizione dove si concede affetto o approvazione se l’altro rispetta regole arbitrarie, salvo poi ritirare bruscamente ogni forma di attenzione quando la vittima si mostra in disaccordo.

Dal mio punto di vista, è cruciale aiutare pazienti e coppie a riconoscere questi schemi nel loro vissuto quotidiano, perché la tossicità relazionale è, in buona parte, basata su meccanismi ripetitivi che rischiano di diventare la nuova “normalità”.

 

Quali sono i campanelli d’allarme di una relazione tossica

Nel corso delle sedute, cerco di mettere in rilievo alcuni campanelli d’allarme che possono far capire a chiunque stia attraversando un periodo burrascoso se la relazione stia diventando realmente tossica.

Per prima cosa, la paura di essere se stessi, nel senso di temere costantemente il giudizio e di non avere la libertà di esprimersi liberamente. In secondo luogo, la sensazione di essere manipolati o responsabilizzati per fatti che non dipendono dalla propria volontà. Tanti pazienti mi raccontano di discussioni che finiscono sempre con lo stesso copione: la persona tossica tronca la conversazione o minaccia di andarsene, e la vittima si sente obbligata a chiedere scusa pur essendo innocente.

Se noti che non vi è mai dialogo costruttivo e l’altro si rifugia dietro accuse generiche, potresti trovarti nella situazione di instaurare un legame basato su dinamiche di potere. Un altro segnale importante è la presenza di un progressivo senso di vuoto interiore, perché chi subisce relazioni tossiche lentamente perde contatto con la sua identità originaria, trovandosi a vivere esclusivamente in funzione dell’altro.

Nel mio studio di psicoterapia a Roma, quando lavoro con l’approccio sistemico-relazionale, indago spesso il contesto familiare e interpersonale della persona che giunge in consulenza, perché i campanelli d’allarme possono comparire anche nelle relazioni che coinvolgono familiari, amici o colleghi di lavoro e non soltanto in ambito sentimentale.

 

Come liberarsi da relazioni tossiche

Nel momento in cui ci si rende conto di stare vivendo un rapporto nocivo, la domanda che più di frequente mi viene rivolta è proprio “Come faccio a liberarmi da questa relazione tossica?”. Eppure, il processo di liberazione non è mai immediato, perché nel corso del tempo si sviluppa un circolo di dipendenza psicologica che rende complicato il distacco. Il primo passo è la consapevolezza: riconoscere che il rapporto non è sano e che determinati comportamenti sono oggettivamente dannosi.

Nel mio lavoro, punto a sostenere la persona nell’acquisire un nuovo punto di vista, smettendo di giustificare gli abusi o di autocolpevolizzarsi. In molti casi, cerco di coinvolgere reti di supporto come amici o familiari fidati, favorendo una progressiva riaffermazione dell’individuo al di fuori del rapporto tossico. In parallelo, propongo strategie che aiutino a ridefinire la propria identità, con particolare attenzione a tutto ciò che è stato tralasciato, come hobby, passioni o relazioni sociali.

Ricostruire il senso di sé è essenziale per sentirsi più forti e preparati ad allontanarsi dalla negatività. Se stai leggendo queste righe e ti ritrovi nella descrizione, potrebbe esserti d’aiuto consultare la sezione del mio sito Come lavoro per comprendere meglio l’approccio che adopero nelle sedute di psicoterapia individuale e di coppia.

 

Come uscire da una relazione abusante

Uscire da una relazione abusante comporta, nella mia opinione, un percorso di crescita interiore, di elaborazione del trauma e di ridefinizione delle priorità personali. Nel caso di situazioni particolarmente estreme, come violenza domestica o coercizione psicologica prolungata, diventa prioritario assicurare la propria incolumità. In tali situazioni, incoraggio le persone a contattare centri antiviolenza o a rivolgersi a figure specializzate che possano offrire supporto anche dal punto di vista legale. Quando sussiste un grave rischio per la sicurezza fisica, suggerisco di non indugiare e di porre fine alla convivenza. Parallelamente, consiglio di intraprendere un percorso psicoterapeutico che possa aiutare ad affrontare i sensi di colpa e di vergogna spesso connessi all’abuso. Con l’approccio sistemico-relazionale, posso lavorare anche con altri componenti della famiglia, se necessario, per affrontare le dinamiche di violenza e di manipolazione che fanno da sfondo al rapporto. In alcuni casi, introduco la Terapia EMDR per sostenere chi ha vissuto esperienze traumatiche e deve rielaborarle sul piano emotivo, così da ridurre l’impatto sui comportamenti e sulle relazioni future.

 

Come può lo psicologo aiutare in caso di relazioni tossiche

Una delle questioni che vengono poste più spesso è come uno psicologo o una psicoterapeuta possano concretamente aiutare chi si trova in una condizione di disagio provocata da relazioni tossiche. Molti pazienti, infatti, arrivano nel mio studio a Roma (zona Pigneto o Tiburtino) sentendosi sconfitti, disillusi e dubbiosi sulla possibilità di cambiare la propria situazione. Quello che cerco di offrire è innanzitutto un sostegno empatico, un luogo protetto in cui sentirsi ascoltati e non giudicati. Attraverso il dialogo e l’indagine delle dinamiche relazionali, mi adopero per accompagnare la persona verso una maggiore consapevolezza degli schemi emotivi e cognitivi che la legano alla relazione tossica. In questa fase, l’obiettivo non è colpevolizzare, ma comprendere come certe convinzioni o paure alimentino il senso di dipendenza e immobilità. Il secondo aspetto cruciale riguarda l’acquisizione di strategie di autodifesa psicologica e di confini più solidi. Molti individui abituati a dare senza ricevere faticano a dire di no o a chiedere rispetto per le proprie necessità. Lavoro quindi sulla comunicazione assertiva e sulla capacità di far valere la propria dignità emotiva. Ogni percorso è personalizzato, e in alcuni casi mi avvalgo dell’EMDR per alleggerire il carico traumatico di eventi dolorosi. Credo che una relazione tossica possa lasciare ferite altrettanto profonde quanto un trauma di altro tipo, e che queste ferite abbiano bisogno di essere affrontate con tecniche mirate. Sul mio sito, nella sezione Psicoterapia individuale, spiego come un percorso one-to-one possa risultare determinante per acquisire nuove prospettive e ritrovare l’energia perduta.

 

Contattami per un aiuto concreto nel gestire le relazioni tossiche

Ho voluto dedicare un approfondimento così articolato al tema delle relazioni tossiche, perché ho riconosciuto nel mio lavoro di psicologa e psicoterapeuta quanto queste possano incidere negativamente sulla salute mentale ed emotiva di una persona. Ritrovarsi in un circolo vizioso, dove la manipolazione e la svalutazione cancellano progressivamente la propria identità, è un’esperienza dolorosa che può portare a forme di ansia, depressione e isolamento sociale. Tuttavia, credo fermamente che nessuno sia destinato a rimanere prigioniero di un rapporto malsano, e che la forza per uscirne possa emergere con il giusto sostegno. Attraverso la terapia e l’ascolto empatico, si possono scoprire risorse interiori che permettono di ricostruire la propria autostima e di scegliere relazioni più sane in futuro. Se ritieni di trovarti in una situazione simile, ti invito a non rinunciare alla possibilità di migliorare il tuo benessere. Contattami per parlare insieme di ciò che stai vivendo e trovare la strada giusta verso una nuova serenità.

Puoi richiedere un appuntamento sul mio sito e scoprire come la psicoterapia possa fare la differenza nella tua vita. Non è mai troppo tardi per ritrovare il tuo equilibrio interiore e riprenderti la libertà di essere davvero felice.