L’esperienza clinica, svolta in ambito privato, mi ha portata a confrontarmi più volte con i disturbi d’ansia: attacchi di panico, fobie, comportamenti ossessivi solo per citarne alcuni. Questo mi ha spinto ad approfondire tale tematica e a sperimentare, in terapia, strategie d’intervento che fossero risolutive per il paziente, ponendo fine al suo malessere.

“All’improvviso il cuore si è messo a battere all’impazzata, mi mancava l’aria, le mani hanno iniziato a sudare, non capivo più dove fossi…mi sentivo come se stessi per morire!“

Queste sono le parole di una paziente che soffriva di attacchi di panico e che quando mi chiese aiuto aveva già fatto tutta una serie di accertamenti, visite mediche e TAC al cervello per escludere tutte le cause di natura fisica.

L’ansia è uno stato di attivazione psicofisica normale, che ci permette di fronteggiare diverse situazioni e di svolgere, nel migliore dei modi, prestazioni o compiti. Quando essa risulta eccessiva e porta la persona a sperimentare disagio o a evitare situazioni generalmente considerate normali (uso dei mezzi pubblici più comuni o dell’aereo, uso dell’ascensore ecc… ), ci troviamo di fronte a un disturbo che può essere affrontato e superato solo con l’aiuto di uno psicologo. L’uso di psicofarmaci non può prescindere da un supporto psicologico, mirato a individuare le cause del malessere e a produrre un cambiamento nella vita della persona che in quel momento sta male.

L’obiettivo della psicoterapia non è solo la remissione del sintomo, ma il miglioramento della qualità della vita e delle relazioni del paziente. L’approccio utilizzato è quello sistemico-relazionale, che consiste nel connettere il sintomo al contesto nel quale si manifesta, raccogliendo quante più informazioni possibili sulla sua funzione (ad es. in quale situazione e in quale fase della vita si manifesta, quali strategie sono state utilizzate dal paziente e come la sua vita è cambiata dalla comparsa del sintomo).

Tornando all’esempio riportato qui sopra, solo grazie al percorso di psicoterapia, è stato possibile per la paziente superare la fase critica che stava attraversando, individuando il significato relazionale dei suoi sintomi d’ansia.

Spesso il paziente non si accorge di quanto la sua vita sia diventata limitata e caratterizzata soltanto da divieti e privazioni. Capirne la funzione è quindi fondamentale per bloccare il circuito disfunzionale attivatosi con l’ansia e per individuare dei comportamenti sostitutivi più sani. I sintomi d’ansia possono segnalare che alcuni rapporti, o alcuni comportamenti all’interno degli stessi, non sono più adatti al paziente, ma sono d’intralcio rispetto alla realizzazione dei suoi desideri e al soddisfacimento dei suoi bisogni più profondi. Soltanto una presa in carico del paziente potrà aiutarlo a uscire dalla situazione critica in cui si trova.

I disturbi d’ansia più diffusi sono:

• Attacchi di panico, i cui maggiori sintomi sono paura di perdere il controllo, sudorazione intensa, palpitazioni, tremori, sensazione di soffocamento, dolore al petto, nausea.

• Disturbo d’ansia generalizzato, i cui sintomi maggiorni sono: eccessiva preoccupazione, irritabilità, difficoltà di concentrazione e sensazione di mente vuota, difficoltà nella fase dell’addormentamento o sonno disturbato.

• Fobia sociale: intensa paura di interagire con persone estranee, senso di colpa per la propria timidezza, evitamento di situazioni sociali.

• Fobia specifica: paura per un oggetto specifico, la persona mette in atto condotte di evitamento ma esse compromettono il suo funzionamento sociale e lavorativo.

• Disturbo ossessivo-compulsivo: presenza di pensieri, immagini e impulsi avvertiti come inappropriati e di comportamneti ripetitivi che hanno lo scopo di diminuire l’ansia e il disagio provocati dalle ossessioni (mettere in ordine, lavarsi le mani frequentemente ecc..).

• Agorafobia: paura di spazi aperti e difficoltà a uscire da soli se non si è accompagnati.

• Disturbo post traumatico da stress: senso di impotenza e paura dopo un evento traumantico, condotte di evitamento per situazioni che possano far rivivere tale trauma, il quale tuttavia viene rivissuto a più riprese.

La psicoterapia può aiutare la persona che soffre di ansia a individuare le cause di questo malessere e a rompere lo schema comportamentale che porta all’insorgere dei sintomi di ansia nella sua vita quotidiana. L’obiettivo è quello di riattivare le risorse che la persona possiede e che momentaneamente sono coperte dall’ansia.

È importante ricordare che ognuno sperimenta l’ansia in modo diverso, e la decisione di cercare l’aiuto di uno psicologo dipende dalla gravità dei sintomi e dall’interferenza che l’ansia ha sulla qualità della vita.