Mobbing sul Lavoro: Riconoscerlo e Affrontarlo con l’Approccio Sistemico-Relazionale ed EMDR

Di Dott.ssa Adele Fortunato, Psicologa e Psicoterapeuta a Roma (zona Tiburtino e Pigneto), specializzata in terapia sistemico-relazionale ed EMDR.

 

Cosa è il Mobbing?

Il termine “mobbing” deriva dall’inglese to mob, che significa “aggredire in gruppo”. Si tratta di una forma di violenza psicologica sistematica e prolungata, finalizzata a emarginare o indebolire un individuo nell’ambiente lavorativo. Come sottolineato dalla Cassazione, il mobbing implica comportamenti ostili ripetuti nel tempo (almeno 6 mesi) con l’intento di danneggiare la dignità, la salute o la carriera della vittima. Non è un semplice conflitto occasionale, ma un vero e proprio “terrore psicologico” organizzato, che può coinvolgere superiori, colleghi o persino subordinati.

 

Come si Manifesta il Mobbing?

Le forme di mobbing sono molteplici e spesso subdole. Possono includere isolamento sociale (escludere la vittima da riunioni o progetti), demansionamento (assegnare compiti dequalificanti), critiche immotivate o sabotaggio del lavoro. In alcuni casi, si arriva a attacchi alla reputazione tramite pettegolezzi o calunnie, come ho osservato in pazienti del mio studio a Roma, costretti a vivere in un clima di continua insicurezza. La vittima, spesso, sviluppa sintomi fisici e psicologici prima di rendersi conto di essere target di un disegno persecutorio.

 

Mobbing Orizzontale vs Verticale: Quali Differenze?

Il mobbing verticale (o bossing) coinvolge un superiore gerarchico che abusa del proprio potere per umiliare o marginalizzare il dipendente, ad esempio attraverso trasferimenti illegittimi o sovraccarichi di lavoro. Il mobbing orizzontale, invece, nasce tra colleghi di pari grado e si manifesta con dinamiche di esclusione, sabotaggio o competizione sleale.

 

Cause e Fattori Scatenanti

Le cause del mobbing sono complesse e spesso legate a dinamiche organizzative disfunzionali: competizione estrema, mancanza di comunicazione, o ristrutturazioni aziendali.

Tuttavia, entrano in gioco anche fattori individuali. Alcuni studi evidenziano come personalità narcisistiche o paranoidi possano predisporre a comportamenti mobbizzanti, mentre vittime con tratti introversi o perfezionisti risultano più vulnerabili.

Nel mio approccio sistemico-relazionale, analizzo anche il contesto familiare e sociale della persona, poiché esperienze pregresse di emarginazione possono amplificare l’impatto del trauma lavorativo.

 

Effetti Psicologici sulle Vittime

Il mobbing non lascia ferite visibili, ma scava profondamente nella psiche. Le conseguenze più comuni includono disturbo post-traumatico da stress (DPTS), ansia generalizzata e depressione. Molti pazienti del mio studio nelle zone Tiburtino e Pigneto descrivono sintomi come insonnia, attacchi di panico o somatizzazioni (es. gastrite, dermatiti), segnali che il corpo invia quando la mente è sotto assedio. Senza un supporto adeguato, il rischio è l’isolamento sociale o, nei casi estremi, il licenziamento forzato.

 

Il Ruolo dello Psicologo nel Percorso di Guarigione

Come psicoterapeuta, il mio obiettivo è rompere il circolo vizioso di vergogna e autocolpevolizzazione che spesso accompagna le vittime. Attraverso l’approccio sistemico-relazionale, esploriamo come le dinamiche lavorative si intreccino alla storia personale, identificando risorse interne ed esterne per ripristinare l’autostima. In casi di trauma acuto, integro tecniche di EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing), metodo validato scientificamente per elaborare ricordi dolorosi e ridurre l’iperattivazione emotiva.

 

EMDR e Mobbing: Perché Funziona?

L’EMDR agisce sui ricordi traumatici legati agli episodi di mobbing, rielaborandoli attraverso stimoli bilaterali (es. movimenti oculari). Questo approccio permette di “scollegare” l’emozione negativa dalla memoria, riducendo sintomi come flashback o ipervigilanza.

Con pazienti romani che hanno subito mobbing, ho osservato miglioramenti significativi nella gestione dell’ansia e nella capacità di affrontare nuovi contesti lavorativi con maggiore sicurezza.

 

Cosa Fare Se Si è Vittima di Mobbing?

Il primo passo è rompere il silenzio. Consiglio di:

  • Documentare ogni episodio (date, testimoni, email) per costruire un dossier probatorio.
  • Coinvolgere un sindacato o un avvocato specializzato in diritto del lavoro, come suggerito dalla giurisprudenza italiana.
  • Richiedere una valutazione psicologica per certificare il danno subito, elemento cruciale in sede legale.

Parallelamente, è essenziale iniziare un percorso terapeutico per evitare che lo stress cronicizzi. Nel mio studio a Roma, lavoro spesso in sinergia con legali per offrire un supporto integrato.

 

Non Sei Solo: Contattami per Riprendere il Controllo

Il mobbing può farti sentire intrappolato, ma esistono vie d’uscita. Se lavori a Roma, nelle zone Tiburtino, Pigneto o limitrofe, e stai vivendo una situazione di vessazione lavorativa, contattami per una consulenza. Insieme, possiamo:

  • Analizzare le dinamiche relazionali che alimentano il mobbing.
  • Elaborare il trauma attraverso l’EMDR.
  • Costruire strategie pratiche per ripristinare il tuo benessere psicofisico.

Il primo passo verso la libertà inizia da un messaggio. Scrivimi a info@adelefortunato.com o chiama il 328 123 4567. Ricorda: chiedere aiuto non è un segno di debolezza, ma un atto di coraggio.