Ho deciso di dedicare questo articolo al tema di come affrontare l’ansia nella vita quotidiana perché sempre più persone mi contattano sentendosi sopraffatte dalle sfide di ogni giorno. L’ansia può manifestarsi in diverse situazioni, che si tratti di dover lasciare la casa al mattino, di affrontare gli impegni lavorativi o di relazionarsi con gli altri in contesti sociali complessi.

Quando parlo di ansia, mi riferisco a quella sensazione di tensione costante, inquietudine e preoccupazione eccessiva per fatti sia reali che spesso non si sono ancora verificati.

Quest’articolo nasce con l’obiettivo di fornire un orientamento pratico, che possa aiutare chiunque a gestire e a comprendere gli stati ansiosi prima che diventino invalidanti.

L’ansia, se non viene affrontata, può minare la nostra autostima e la qualità delle nostre relazioni, inducendo sentimenti di frustrazione e inadeguatezza.

Tuttavia, una volta compreso il meccanismo che la alimenta, esistono molteplici strade per interrompere il circolo vizioso e riprendere il controllo della propria vita.

 

Come Fermare uno Stato d’Ansia?

Quando mi trovo a spiegare alle persone come fermare uno stato d’ansia, amo sottolineare l’importanza dell’ascolto del proprio corpo. Il primo passo consiste nel riconoscere quei segnali fisici – come l’aumento del battito cardiaco, la sudorazione, la sensazione di oppressione al petto – che preannunciano l’arrivo di un picco ansioso. Spesso, infatti, l’ansia prende il sopravvento perché si è concentrati solo sul timore di ciò che potrebbe accadere e non sul presente. Proprio in questi momenti suggerisco di fermarsi, magari sedendosi in un luogo tranquillo, e di compiere qualche esercizio di respirazione lenta e profonda. Inspirare dal naso in modo consapevole e poi espirare lentamente dalla bocca aiuta a regolare il nostro stato di tensione. Raccomando di immaginare di espellere con il respiro anche i pensieri negativi e le paure, in modo tale da concedersi una piccola pausa emotiva. Questo esercizio è ben più di un placebo: esistono studi medici e ricerche sul benessere psicofisico che suggeriscono come la respirazione corretta influenzi il funzionamento del sistema nervoso. Applicare questa strategia il prima possibile, ogni volta che si riconosce l’arrivo dell’ansia, permette di gestire il disagio in maniera più efficace e stabile nel tempo.

 

Come Si Fa a Calmare l’Ansia?

Per calmare l’ansia, ritengo che la parola chiave sia “consapevolezza”. In prima persona ho spesso sperimentato quanto sia cruciale imparare a distinguere ciò che è reale da ciò che invece proiettiamo come scenario catastrofico. Un esempio concreto è la tendenza a pensare immediatamente al peggio quando si ha un leggero ritardo sul posto di lavoro o quando si riceve una telefonata dal proprio capo. In questi casi, il mio invito è di riportare l’attenzione al momento presente, chiedendosi: “Qual è il reale motivo di questa ansia? C’è qualcosa di concreto che mi minaccia ora o è il frutto di un’ipotesi priva di fondamenti?” Parlare di questi timori in modo razionale, anche con un amico o un familiare, può aiutare a sfatare paure infondate. Al tempo stesso, è utile coltivare abitudini che alimentino la serenità, come la meditazione, lo yoga o una semplice passeggiata in mezzo al verde.

 

Come Si Fa a Uscire dall’Ansia?

Dire “uscire dall’ansia” può sembrare una formula un po’ drastica, perché l’ansia fa parte della nostra esistenza e può avere anche un ruolo di segnale che ci avverte di determinate situazioni che richiedono attenzione. Tuttavia, è possibile ridurre di molto l’impatto dell’ansia sulla nostra vita, sino a non percepirla più come un ostacolo costante. A livello pratico, mi piace spiegare che una strada per ridurre l’ansia è l’esposizione graduale alle situazioni ansiogene. Ogni volta che ci asteniamo da una circostanza perché ci genera ansia, finiamo per rafforzare il messaggio secondo cui “quella determinata condizione è effettivamente pericolosa”. Esponendoci piano piano a ciò che ci spaventa, magari dividendolo in piccoli passi, il nostro cervello inizia a registrare che, in realtà, non stiamo correndo un reale pericolo. Questo processo necessita di tempo, cura e pazienza, ma è un tassello fondamentale di ogni percorso di rinascita emotiva. Nel momento in cui si acquisisce la consapevolezza di poter affrontare e superare gli ostacoli, il timore cede il passo a una sicurezza più solida nelle proprie capacità.

 

Approccio Sistemico-Relazionale come Supporto

A questo proposito, consiglio spesso alle persone di rivolgersi a un professionista che possa accompagnarle in questo cammino. Nel mio lavoro, l’approccio sistemico-relazionale gioca un ruolo chiave. È importante comprendere che l’ansia non è solo un disturbo della singola persona, ma può essere anche legata a dinamiche familiari o contestuali.

Affrontare l’ansia quindi significa anche indagare le relazioni che ci circondano, il modo in cui interagiamo con gli altri e con l’ambiente. Lo scopo è di far emergere quei pattern relazionali che contribuiscono all’ansia, offrendoci nuovi strumenti per modificare il nostro stile di vita e di pensiero. Questo tipo di visione, radicata nella prospettiva sistemico-relazionale, mostra come spesso dietro l’ansia ci siano modelli ripetitivi di interazione o di gestione delle emozioni ereditati dal contesto in cui viviamo. Cambiare uno di questi fattori permette di produrre un effetto benefico anche sulle altre dimensioni.

 

Come Affrontare le Crisi d’Ansia?

Nel momento in cui ci si ritrova a dover affrontare una crisi d’ansia, il rischio maggiore è quello di sentirsi totalmente impotenti e di reagire con confusione e panico. Personalmente, consiglio di costruire in anticipo un “piano d’emergenza” che includa strategie semplici e immediatamente attuabili. Può sembrare strano, ma prepararsi quando non si è in preda alla crisi permette di avere un bagaglio di risorse per affrontare il momento critico. Può risultare utile focalizzare l’attenzione su un’immagine rilassante, un posto in cui ci si è sentiti al sicuro e rievocare le sensazioni e le emozioni che si sono provate lì.

Concedersi la libertà di vedere la crisi d’ansia come un episodio transitorio e non come un fallimento, ricordando che esiste la possibilità di uscirne, promuove un approccio più proattivo. Se la crisi avviene in presenza di amici o familiari, invitarli a mantenere un atteggiamento comprensivo, senza banalizzare o sminuire il problema, può fare la differenza. La logica è quella di spezzare subito la catena di pensieri negativi che alimentano il malessere e, così facendo, dimostrare a noi stessi di avere più potere di quanto crediamo sulla nostra condizione emotiva.

 

Cosa può fare lo psicologo per aiutarti nella gestione dell’ansia

Come psicologa, vivo quotidianamente la sfida di accompagnare le persone a ritrovare un equilibrio emotivo. Uno degli aspetti che spesso colpisce chi si rivolge a me è scoprire che non esiste un metodo magico o istantaneo per “far passare l’ansia”, quanto piuttosto un percorso personalizzato, costruito sulla storia e sulle caratteristiche di ogni individuo.

L’obiettivo principale è fornire strumenti concreti per gestire, comprendere e talvolta trasformare quell’insieme di emozioni che sfocia nell’ansia. Per esempio, durante le sedute, invito a esplorare l’origine dei propri pensieri ricorrenti e a riconoscere quali dinamiche personali e familiari possano alimentare il disagio.

Utilizzo tecniche che vanno dalla ristrutturazione cognitiva, in cui si lavora sul modo di interpretare gli eventi, fino a esercizi di rilassamento e visualizzazione positiva. In alcuni casi, propongo anche di lavorare su esercizi “da casa”, da svolgere tra una seduta e l’altra, per rafforzare le abilità apprese e ancorare le nuove strategie alla quotidianità.

In questo senso, il lavoro dello psicologo non è tanto “far passare” l’ansia, ma comprenderne la funzione e portare la persona a non esserne più in balia, insegnando a ridurre i sintomi e a valorizzare risorse emotive spesso inaspettate.

Chi desidera un supporto professionale più specifico e articolato può contattarmi per definire un percorso e costruire delle strategie per gestire l’ansia e riconoscere il proprio potenziale di cambiamento.

 

Che Cos’è il Modello Sistemico Relazionale?

Il modello sistemico-relazionale è una corrente psicoterapeutica che si focalizza principalmente sulle relazioni e sui contesti sociali e familiari che influenzano la nostra vita. In sostanza, non vi è mai solo “l’individuo” considerato come entità a sé stante, bensì un sistema di cui fa parte. Ogni comportamento e ogni emozione vengono letti alla luce delle interazioni reciproche, dei ruoli e delle aspettative che si instaurano.

A me piace definire l’approccio sistemico-relazionale come uno sguardo più ampio su ciò che viviamo quotidianamente, poiché permette di comprendere i disagi emotivi e relazionali (tra cui l’ansia) inserendoli all’interno di una rete di significati.

Chi adotta questo modello non formula giudizi sull’ansia come mera “debolezza personale”, ma indaga i fattori contestuali e relazionali che hanno permesso a quell’emozione di emergere. Il passo decisivo consiste nel trasformare questi fattori e promuovere modalità di vita e di relazione che riducano al minimo le probabilità che l’ansia si manifesti con forza debilitante.

 

Come l’Approccio Sistemico-Relazionale Aiuta nella Gestione dell’Ansia?

L’approccio sistemico-relazionale, che io stessa utilizzo a Roma, poggia sul principio che le nostre emozioni non sono fenomeni isolati, bensì parte di un sistema di relazioni e scambi con chi ci circonda. In quest’ottica, l’ansia non è interpretata unicamente come una disfunzione interna all’individuo, ma come un messaggio che si genera e si amplifica all’interno di un contesto fatto di relazioni, ruoli e aspettative.

Quando una persona con ansia arriva in studio, cerco di analizzare insieme a lei non solo i pensieri e le emozioni che la attraversano in maniera individuale, ma anche come reagiscono coloro che le stanno vicino, quali sono i segnali di allarme che più frequentemente emergono durante le interazioni e le incomprensioni.

Nel modello sistemico-relazionale, si dà valore alle connessioni, all’insieme di influenze reciproche che definiscono i nostri comportamenti.

Essere consapevoli che un certo atteggiamento o certe credenze possano essere state apprese in famiglia, o sviluppate in reazione a un evento stressante, aiuta a non sentirsi “colpevoli” del proprio malessere, ma piuttosto a vederlo come un sintomo di un funzionamento complessivo che può essere riequilibrato. Il vantaggio di questo approccio è la possibilità di favorire un cambiamento non solo nel singolo, ma anche nell’intero sistema di relazioni, affinché l’ansia perda quel terreno fertile su cui proliferare.

 

Come posso aiutarti nel fronteggiare stati d’ansia

In questo articolo ho voluto condividere alcune delle riflessioni e delle esperienze che ho accumulato nel mio percorso di psicologa e psicoterapeuta, impegnata nell’aiutare chi vive a Roma (e non solo) a gestire l’ansia.

È un viaggio che inizia spesso con l’illusione di dover “combattere” contro un nemico invincibile, ma che, con il giusto sostegno, si trasforma in un percorso di conoscenza di sé, di crescita e di riappropriazione del proprio potere interiore.

L’approccio sistemico-relazionale offre un quadro molto più ampio sulle dinamiche che possono favorire l’insorgere e il perpetuarsi dell’ansia, evidenziando come un cambiamento, anche piccolo, possa avere un impatto estremamente significativo.

Ricordiamo che l’ansia non è una condanna, ma spesso un invito a rivedere certi schemi di vita o di relazione che non sono più utili o adatti alle nostre esigenze profonde. Spero che le informazioni fornite possano essere uno spunto di riflessione e un incoraggiamento all’azione.