Problematiche

genitoriali

Aiuto psicologico per affrontare STRESS e ANSIA

Propongo percorsi sulla genitorialità per affrontare, insieme ai genitori, problematiche di varia natura che possono riscontrarsi durante la crescita dei loro figli

Sostegno alla genitorialità: che cos’è e quando è necessario?

Le richieste più comuni possono essere legate ai primi tre anni del bambino, periodo in cui si richiede alla coppia di dedicarsi alla cura di un “terzo”, pur continuando a nutrire il rapporto di coppia. A volte questo risulta complicato, l’intimità può essere trascurata e può nascere un malcontento da parte di uno dei due partners o da parte di entrambi.

Mi accorgo spesso che l’eccessiva ansia dei genitori o l’eccessiva protezione dei figli sono strettamente connesse al trascurare degli aspetti della vita individuale e di coppia che prima erano centrali e vitalizzanti. Ci sono genitori che smettono di coltivare delle amicizie, non escono più, se non con il proprio partner o con i figli, non praticano più sport o rinunciano ad una passione che prima era invece importante e necessaria per il loro benessere.

Mossi da ottime intenzioni, questi genitori si ritroveranno dopo qualche tempo a fare i conti con un sovraccarico mentale, una frustrazione legata all’accudimento e al sacrificio che ci si è imposti. Rendersi conto di questo meccanismo e provare a invertire la rotta, mettendosi al centro come persone, porta poi a stabilire dei rapporti più equilibrati con i propri figli, spronati in questo modo a sviluppare la loro autonomia e sicurezza fin dai primi anni di vita.

Ricordiamo che lo “stile di attaccamento sicuro”, di cui parlava Jhon Bowlby in “Una base sicura”, è caratterizzato dalla presenza di un genitore sensibile e in grado di rispondere in modo adeguato alle richieste e ai bisogni del bambino, dalla fiducia nelle capacità del bambino, che potrà esplorare il mondo circostante senza paura e con gioia, sapendo che ci sarà sempre qualcuno pronto ad aiutarlo in caso di difficoltà. Questo sarà possibile tanto più quanto i genitori continueranno a prendersi cura di sè come persone e a nutrire la loro vita di coppia.

Un’altra motivazione che spinge i genitori a chiedere aiuto è la fase di crisi e di separazione che può coinvolgere la coppia. Come si gestisce la comunicazione con il figlio? Come si può aiutarlo ad accettare, il più serenamente possibile, questo cambiamento? Come evitare che diventi un trauma? Queste sono le prime domande che mi vengono in mente, ma tanti altri quesiti possono poi nascere in corso d’opera.

 

L’aiuto di uno psicologo in un percorso di sostegno alla genitorialità

Dalla mia esperienza clinica, è fondamentale che i genitori si mettano in discussione e insieme si pongano delle domande su come affrontare la comunicazione con i propri figli e su quale sia il modo migliore per aiutare bambini e/o ragazzi ad attraversare un periodo così complesso a livello emotivo.

Al di là dei primi anni di vita del bambino e della separazione, i genitori chiedono aiuto quando i figli presentano comportamenti oppositivi o di chiusura, timidezza eccessiva, quando maestri o professori segnalano che c’è un problema nell’ambito scolastico (nell’apprendimento o nella relazione tra pari) e che si è percepito un cambiamento significativo nel comportamento del ragazzo. Cogliere, sul nascere, i segnali di malessere, non minimizzare il problema e comprenderne le motivazioni, possono rivelarsi azioni importanti per promuovere un cambiamento.

In generale, quando i genitori iniziano a prendere realmente a cuore la problematica del loro figlio e a trascorrere più tempo di qualità con lui, stabilendo o ristabilendo una buona connessione emotiva con lui, il problema rientra.

Non è sufficiente andare in terapia, ma è il primo passo per poter far accadere qualcosa di diverso e per cercare, insieme ad un professionista, delle soluzioni.